I CLUB ROTARY MANTOVA SUD, MANTOVA E MANTOVA SAN GIORGIO A FAVORE DELLE VITTIME DI FEMMINICIDIO

“IL SOGNO SPEZZATO DI LAURA” è la denominazione del service che, lo scorso venerdì 26 settembre a Villa Cavriani nel comune di Roncoferraro, i Rotary club Mantova Sud, Mantova e Mantova San Giorgio hanno riservato a Giovanna Zizzo, la madre di Laura uccisa barbaramente 11 anni fa da colui che avrebbe dovuto salvarla, il padre. Uccidere i figli per punire le madri, è una delle forme più atroci di femminicidio, causata dalla sola colpa di aver chiesto una pausa di riflessione dopo aver scoperto la relazione extraconiugale. Lo scopo dell’Interclub è stato quello di sensibilizzare alla parità di genere, all’affettività, alla prevenzione della brutalità domestica e alla violenza in generale.
Ricordare Laura, figlia della ferocia inaudita del padre nel giorno del suo 11esimo compleanno, 23 anni, e la sorella Marika, seconda figlia scampata alla morte, dopo aver ricevuto ottanta coltellate che le hanno sfigurato il corpo, è stato l’obiettivo della sensibilità rotariana. Educare ai valori e al rispetto gli uomini e le donne del domani sono state le volontà emerse dalle espressioni usate unanimemente dai
Presidenti di club: Laura Formigoni, Stefano Lorelli e Gabrio Guerresi
Tra i relatori: Giovanna Zizzo, siciliana madre delle vittime, Paola Mancini, Senatrice della Repubblica Italiana, Maria Grazia Orioli, psicologa e psicoterapeuta.
Il fatto di cronaca risale al 2014:“Lauretta era nel lettone con la sorella, quando il padre, dopo averinvitato a cena e a dormire da lui i 4 figli, la accoltellò, uccidendola. Le urla della ragazzina Marika, la sorella di 14 anni che fu ferita gravemente, ma riuscì a salvarsi grazie all’intervento dei fratelli maggiori, Andrea ed Emanuele, all’epoca 17 e 22 anni, che e chiamarono l’ambulanza. Il tribunale di Catania all’epoca condannò all’ergastolo il papà, Roberto Russo di 51 anni. La madre si adoperò per far sì che il cognome dei 4 figli venisse sostituito con il suo. Ci riuscì, tranne che con la defunta, che sulla lapide riporta solo il nome Lauretta. Un vuoto legislativo lo definisce Giovanna”.
L’intervento della Zizzo ha messo in risalo tutta la forza profusa per trasformare il dolore in amoree per fondare l’Associazione “Laura vive in me”, ovvero custodire il sogno di Laura, così da trasformarlo in azioni concrete e donarlo come eredità. Ma anche il coraggio nell’affrontare arretrata che la colpevolizzava, solo per aver fatto una scelta personale e non convenzionale. La senatrice Paola Mancini ha esposto i vari strumenti esistenti per la difesa delle vittime come il codice rosso, il divieto di avvicinamento, il braccialetto elettronico e tutte quelle disposizioni di legge attualmente esistenti quali misure cautelari per allontanare i potenziali aggressori. Determinanti, ha aggiunto, sono i corsi specifici di formazione per magistrati, per le forze dell’ordine, la formazione a scuola per i giovani e le donne della società multietnica, ma non basta. La sicurezza e la legalità sono gli aspetti fondamentali, ha affermato la senatrice, per far sì che una società viva senza paura. Intenzione del governo è dare indipendenza economica, ha asserito, favorendo l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro. Ha concluso impegno personale affinché si raggiunga il traguardo potenziando le leggi contro il Femminicidio.
L’intervento di Maria Grazia Orioli psicologa e psicoterapeuta, ha posto l’accento sul tema della prevenzione. I segni emotivi, le cicatrici interiori rimangono quando si vivono i drammi, ha affermato. Quando i figli vedono e assorbono la violenza, questa sarà parte integrante della loro vita e saranno indotti a riprendere lo stesso modello. È fondamentale, dunque, educare al riconoscimento delle emozioni per giungere alla consapevolezza e alla risoluzione pacifica dei conflitti.
Annalisa Marini
