Mantova : la città ideale che non esiste
In questi anni è’ maturata la convinzione nelle varie amministrazioni comunali di Mantova , l’ idea di una città ideale fondata sulla bellezza, sulla cultura e su una economia turistica che impedisse una decadenza irreversibile , dovuta al declino di una area industriale alle porte della città e ad uno spopolamento e una migrazione verso i Comuni limitrofi o fuori provincia . Accantonata l’ idea di una Grande Mantova per scarsa lungimiranza della classe politica locale che avrebbe potuto rianimarla , aggregando i Comuni della fascia cittadina, si è puntato allo sviluppo di Porto Valdaro come nuovo volano di sviluppo verso i porti adriatici e verso il Brennero . Nel primo caso l ‘ impegno è’ stato massimo , grazie ad una struttura tecnica altamente qualificata della Provincia , guidata a suo tempo da un visionario come l’ Arch. Giancarlo Leoni . Nel secondo caso si e’ scontato , invece ancora una volta, l’ incapacità e la mancanza di una vision strategica da parte di chi rappresentava Mantova in organismi preposti al raggiungimento di questo obbiettivo . Stiamo parlando soprattutto di Autobrennero concessionaria della A 22 , andata recentemente a bando dopo una proroga di dieci anni e attualmente oggetto di un complicato contenzioso sul diritto di prelazione e con una richiesta di annullamento in corso della gara .Due erano i principali obbiettivi da raggiungere : un collegamento viabile da Mantova Porto Valdaro verso il Quadrante Europa , completato da un intervento intermodale ferroviario verso il Monselice . Ambedue lontani anche nel tempo dal loro raggiungimento . Questo in quanto la programmazione della Regione Veneto non si e’ raccordata con quella lombarda e mantovana , facendo si che il completamento della superstrada dal Quadrante Europa – Aereporto sarà realizzato sino a Villafranca di Verona senza collegarsi alla Cisa verso Mantova . A ciò si aggiunge la volontà di creare ad Isola della Scala ( Vr) un interporto per garantire un collegamento intermodale ferroviario verso il Brennero e verso Monselice , che verrebbe completato da un collegamento stradale verso Verona e verso il casello autostradale della A22 di Nogarole Rocca . Una situazione che di fatto invece che aprire Mantova e la sua economia all’ esterno, l’ha di fatto isolata , avendo puntato tutto sulle opere compensative della Terza corsia , previste nel progetto del 2021 di Autobrennero da realizzare entro il 2032 che dovrebbero collegare Valdaro Porto alla A 22 completando il sistema tangenziale attorno alla città . Una previsione programmatoria che non ha tenuto conto dell’ esistente a cominciare dalla linea ferroviaria Mantova Verona , naturale collegamento con il Quadrante Europa , rispetto ad Isola della Scala (Vr) priva di una viabilità adeguata verso Mantova e di un sistema tangenziale verso la Cisa . Gli effetti secondari stanno portando ad una serie di criticità che rischiano di avere effetti irreversibili sulla sicurezza e sulla salute dei cittadini Mantovani a cominciare dal mantenimento del tratto ferroviario cittadino della Mantova – Monselice ad alto rischio ambientale , oggetto di un disatteso protocollo d’ intesa per la sua rimozione tra Comune di Mantova e RFI firmato nel 2018 . Una ferrovia che attraversa ben tre quartieri davanti al Polo Sanitario del capoluogo , a Palazzo Te con 30 treni giornalieri a cui si dovrebbe aggiungere il sottopasso di Porta Cerese . Una situazione che dovrà comportare un adeguamento del Piano di Protezione Civile in quanto il sottopasso e’ di fatto una galleria , essendo notoriamente a rischio allagamento, e dovendo sopportare carichi giornalieri di treni merci dalle 30 mila alle 150 mila tonnellate . Inoltre i lavori del sottopasso la cui durata è’ prevista in tre anni se non di più, porteranno al collasso la viabilità verso l’ Ospedale Carlo Poma che verrà investito dal traffico da e per Borgo Virgilio . Un Ospedale che serve 150 mila utenti del Distretto sanitario di Mantova , già congestionato per la mancanza di parcheggi adeguati e che verrà anche privato dell’ Elisoccorso sulla cui piazzola verrà edificato il Blocco E del nuovo Pronto soccorso , senza aver previsto l’ alternativa più logica e cioè l’ utilizzo dell’ area Migliaretto . Area su cui si è’ invece vagheggiato la costruzione del nuovo Stadio di Mantova. Quanto detto e’ la dimostrazione del fallimento delle politiche locali per far rinascere Mantova e la sua Provincia con il conseguente fallimento della classe politica mantovana e forse dei partiti politici attualmente a corollario di chi guida le istituzioni sempre più lontani da quella società civile che si vorrebbe rappresentare
“Comitato per la sicurezza e la salute dei cittadini di Mantova “ , Italia Nostra e Associazione Mantovani nel Mondo.