Associazione Mantovani nel mondo

LA MUSICA ED IL SILENZIO

di Paola Alessandra Troili

Vorrei dedicare questo mio primo articolo sulla Musica soffermandomi su una delle sue componenti fondamentali: il Silenzio.

Potra’ sembrare una scelta assurda,ma vedremo che cosi non ‘e’ affatto.

“Music comes out from Silence”, la Musica esce dal Silenzio” e’ il titolo del libro autobiografico di uno dei piu’ importanti pianisti e musicisti del nostro tempo, l’ Ungherese Sir András Schiff.Ed ha ragione…

Ha osservato un fenomeno tanto semplice quanto dimenticato  specie nel mondo d’ oggi  nel quale tutti corrono ansiosi per andare non si sa bene dove , di fretta per arrivare non si sa quando è, sopratutto  perche’…Goditi il.viaggio della Vita e ascolta!

Saggio consiglio.

Se non faccio Silenzio, cosa potrò ascoltare?E ancora più importante:perché il cervello della gente e’ sempre così pieno di pensieri contrastanti tra loro da provocare ansie e nevrosi?

Ascoltiamo, partiamo dalla Musica, potente medicina (la musicoterapia ne e’ un valido esempio)

Il silenzio in Musica e’ NECESSARIO al fine di poter godere delle frasi musicali , i temi che compongono una Sinfonia, una Sonata, un breve pezzo…Tale Silenzio, spesso breve, o anche a volte prolungato e’ chiamato ” Pausa” ed e’ tanto importante quanto il suono.Ła Pausa e’ parte della “ Grammatica Musicale“ , fa parte dell’Alfabeto musicale esattamente come le note, e ne ha sempre il loro valore ( lunghezza temporale) corrispondente.

Le pause valorizzano gli episodi musicali che seguiranno ,daranno loro più potenza, efficacia, profondita’ e persino 

Umorismo ( penso a W.A.Mozart, G.Rossini…e non solo)

Perché lo.scopo della Musica, uno dei suoi scopi, e’ che l’ Uomo impari a conoscere meglio se’ stesso  la propria “voce interiore”, le istanze dell’ “IO” spesso descritte dai compositori.John Cage, compositore sperimentale statunitense  scrisse sul fenomeno del Silenzio un pezzo geniale ed interessante, intitolato “4′ 33”.(1952)

Per eseguire “   4’33”  “ basta salire su un palco, mettersi al.pianoforte, o usare qualsiasi altro strumento, muniti di cronometro e…NON suonare.

Il pezzo e’ costituito da tre tempi, della durata rispettiva di: 30″, 2′ e 23″ e 1′ e 40″,

il cronometro serve ad essere precisi nello svolgimento del pezzo, all’apparenza “ muto“ e assai bizzarro…Cage visito’ la Sala Anecoica dell’Università’ di Harvard nel 1952.

Ła sala era quindi, totalmente isolata ed insonorizzata, eppure Cage asseri’ di avere udito dei suoni, dei rumori, che altro non erano che i suoni del suo corpo : il battito del cuore, il respiro, piccole reazioni del sistema nervoso…

Da questa esperienza cosi’ particolare, scaturì il pezzo “ 4′ 33″  “ come dimostrazione che il silenzio assoluto non esiste., e che una situazione sonora può’ cambiare in pochi secondi.

Infatti, se questo pezzo venisse eseguito due volte di seguito, e noi ponessimo davvero attenzione, sentiremmo che cio’ che accade nella prima “esecuzione“ ( un colpo di tosse, lo scricchiolio di una sedia, , una sirena che suona fuori dalla sala da concerto)

non sarebbe ripetuto pochi minuti dopo, accadrebbe qualcosa di diverso.

Anche la nostra vita, seppur a volte ci paia ripetitiva, non e’ mai uguale  a se’ stessa, e la musica non e’ da meno, anzi, ne e’ la dimostrazione.

I Pianisti di “ un tempo“ ( io sono pianista, e Vi parlo di circa 30 anni fa ) ben sapevano padroneggiare quel’ Arte del silenzio alternata al suono che e’ la musica…

Le Pause erano una delle “armi“ piu’ raffinate del grande pianista Arturo Benedetti Michelangeli,

che, possedendo anche varieta’ di tocco e suono incredibili, usava ed “amministrava“ i silenzi con consumata sapienza.

Al contrario oggi, complice un mondo troppo tecnologicizzato,“smart“ attivo e connesso 24 ore al giorno, schiavi di internet e del wifi, non possiamo piu’ concederci pause.Questa corsa un po’ folle si riflette anche nel modo di suonare di molti giovani pianisti, la maggioranza dei quali tende a suonare con sonorità altissime e a  ritmo velocissimo, prestando oramai troppa poca attenzione a pause, colori e, quel che e’ peggio, al linguaggio musicale { che e’ poi la musica stessa…)

lo scopo del giovane pianista, oggi,  e’ di vincere quanti piu’ concorsi può, partecipare a piu competizioni possibili, e questa fretta, questa ansia, si riflette inesorabilmente nelle esecuzioni.

Le pause, i “ silenzi“ possono essere paragonati allo spazio visivo del quale necessitiamo per osservare un oggetto, valutarne il colore, grandezza, profonditia’.Se vogliamo ammirare bel paesaggio abbiamo bisogno di spazio e respiro  per concentrarci sulla sua bellezza.

l’Umanita’ di oggi ha bisogno di recuperare tempo e spazio per vivere serenamente, e la musica può’ e deve essere una valida alleata per riconquistare questi elementi fondamentali. per una vita interiore armonica ed equilibrata.

Se, come e’ vero, la musica e” l’unico linguaggio che tutte le persone del mondo possono capire contemporaneamente, lasciamola parlare!

Possa davvero l’Arte Musicale essere il nobile mezzo la“ chiave“ che può’ aprire le porte della Pace , e donare a tutti noi un mondo ed un’esistenza migliore.

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